La storia di Vera

Il nonno di Vera, Natale Gregotti, acquista nell’anno 1908 con i suoi due fratelli Luigi e Francesco la vasta tenuta agricola allora costituita da circa 10.000 pertiche milanesi sulla quale insistevano un castello sorto tra il XII e XIII secolo e numerosi fabbricati d’epoca; l’acquisto avveniva dai 18 eredi dei marchesi Isimbardi che si erano nel frattempo estinti senza lasciare eredi diretti.

I fratelli Gregotti all’epoca già erano conduttori di queste terre.
Natale Gregotti, cui si riconoscono indiscusse doti e capacità nella gestione del suo patrimonio, sposò Clelia Panzarasa che contribuì con la propria dote ad ampliare le proprietà agrarie di famiglia.
Gli altri due fratelli Gregotti non ebbero eredi diretti lasciando al fratello Natale il loro intero patrimonio.

Natale e Clelia Gregotti ebbero tre figli: Annunciata (mamma di Vera), Michelina e Giuseppino che muore nel 1942.
Annunciata Gregotti eredita dunque con la sorella Michelina (morta anch’essa senza eredi diretti) l’immenso patrimonio immobiliare godendo, per effetto di testamento del fratello Giuseppino nel frattempo deceduto, la maggior parte dello stesso.

Annunciata Gregotti (detta Nuccia) si sposa con il Rag.Luigi Coghi (detto Gigi), di origine mantovana; dal matrimonio di mamma Nuccia e papà Gigi nacquero la sorella Adriana, morta in tenera età, e Vera nel 1928 che dunque rappresentava l’unica erede diretta della famiglia; la morte della sorella Adriana causerà a lungo una grande sofferenza in mamma Nuccia che si riprese a fatica da questo lutto riversando su Vera grande apprensione per la sua salute che crebbe invece senza problemi.

La giovinezza di Vera trascorre tra Milano e Castello d’Agogna; all’epoca frequentò le località italiane più esclusive della prima metà del Novecento quali Cortina, Montecatini Terme e di questo sono rimaste tracce testimoniate da materiale fotografico ritrovato fra le sue carte.
Dopo un breve matrimonio, nel corso del quale era vissuta a Milano, conclusosi con una separazione e successivamente con l’annullamento alla Sacra Rota, Vera ritorna al suo Castello ed assume la direzione, prima affiancata dal padre e poi da sola, della sua azienda agricola dimostrando doti di capacità imprenditoriali insolite per l’epoca; tutte le scelte della sua vita appaiono improntate alla determinatezza, al coraggio e ad un forte spirito di indipendenza. Per certo una figura antesignana della donna d’oggi.

La vita di Vera fu contraddistinta da uno stile di vita discreto e appartato; non era pertanto facile avvicinarla; la cerchia degli amici cui si affidava era composta da poche e fidate persone. Vivrà dunque nella storica proprietà di Castello d'Agogna sino alla fine della sua vita. Sino al gennaio 2002 ebbe al suo fianco la mamma, unico vero affetto importante della sua vita, che assisterà sino alla sua scomparsa avvenuta all'età di 98 anni.

In ricordo della mamma Vera donò nello stesso anno 2 milioni di euro al reparto oncologico per bambini "Casa sollievo della sofferenza" di San Giovanni Rotondo dimostrando, in contrasto con il suo carattere non facile, una grande generosità che si confermerà nelle sue ultime volontà.


Vera Coghi si spegne il 26 Aprile 2007 avendo cura di lasciare il suo intero patrimonio a opere di beneficenza e di solidarietà sociale, manifestando sino all'ultimo la stessa determinazione che l'aveva accompagnata per tutta la vita.

 

Vera Coghi con il padre Luigi Vera Coghi da giovane a Montecatini